La notizia fa un po’ sorridere ma c’è un fondo di amarezza nella vicenda di un dipendente stressantissimo di una compagnia aerea che, invece di svolgere le sue funzioni di stewart con gentilezza come richiesto, ha discusso con una passeggera al momento dell’atterraggio, l’ha insultata ed è scappato dall’aereo attivando il dispositivo per l’evacuazione ed utilizzando lo scivolo di emergenza!
Più che di stress correlato al lavoro si potrebbe parlare di burnout, ovvero la sindrome per cui si arriva all’esaurimento causa tensioni e condizioni difficili sul posto di lavoro. Il settore aereo, effettivamente, è uno di quelli soggetti a forte pressione emotiva a causa del rischio per la sicurezza sia sul lavoro che a rischio attentati, jet lag e fusi orari difficili, spostamenti anche di migliaia di chilometri, lontananza dalla famiglia e turni di riposo insufficienti. Magari, in tempi di crisi qualche azienda riduce il personale e per quelli che rimangono, i turni e le valutazioni da stress sono in secondo piano rispetto all’esigenza di viaggiare in lungo e in largo e accattivarsi la simpatia dei passeggeri.
Ingiustificata follia dello steward, certo, ma anche riflessione su un’attività che come descritto in alcune interviste all’indomani, negli States è sottopagata e oberata di lavoro. 35.000 dollari all’anno è lo stipendio medio, sembra, volando a seconda delle ore. E in Italia? Stressati dalle vacanze altrui, negli aeroporti ce ne saranno? Sicuramente…
Fonte: newsfeed.time.com/2010/08/11/steven-slaters-freakout-the-stress-of-being-a-flight-attendant/