Stress negli States, al settimo cielo.

La notizia fa un po’ sorridere ma c’è un fondo di amarezza nella vicenda di un dipendente stressantissimo di una compagnia aerea che, invece di svolgere le sue funzioni di stewart con gentilezza come richiesto, ha discusso con una passeggera al momento dell’atterraggio, l’ha insultata ed è scappato dall’aereo attivando il dispositivo per l’evacuazione ed utilizzando lo scivolo di emergenza!

Più che di stress correlato al lavoro si potrebbe parlare di burnout, ovvero la sindrome per cui si arriva all’esaurimento causa tensioni e condizioni difficili sul posto di lavoro. Il settore aereo, effettivamente, è uno di quelli soggetti a forte pressione emotiva a causa del rischio per la sicurezza sia sul lavoro che a rischio attentati, jet lag e fusi orari difficili, spostamenti anche di migliaia di chilometri, lontananza dalla famiglia e turni di riposo insufficienti. Magari, in tempi di crisi qualche azienda riduce  il personale e per quelli che rimangono, i turni e le valutazioni da stress sono in secondo piano rispetto all’esigenza di viaggiare in lungo e in largo e accattivarsi la simpatia dei passeggeri.

Ingiustificata follia dello steward, certo, ma anche riflessione su un’attività che come descritto in alcune interviste all’indomani, negli States è sottopagata e oberata di lavoro. 35.000 dollari all’anno è lo stipendio medio, sembra, volando a seconda delle ore. E in Italia? Stressati dalle vacanze altrui, negli aeroporti ce ne saranno? Sicuramente…

Fonte: newsfeed.time.com/2010/08/11/steven-slaters-freakout-the-stress-of-being-a-flight-attendant/

Lo stress, prendilo a gestacci anzi a gesti.

Tra le ultime novità e news sullo stress lavoro correlato l’ultimissima riguarda i gesti, le mani e l’arte antica dello yoga. Sembra, infatti che lo yoga delle mani, sia un toccasana contro lo stress, specie sul lavoro.
Fare dei gesti semplici e diretti, detti Mudra, significa creare un sistema che scarica la tensione e – secondo i fan – guarisce le situazioni di squilibrio (ansia, emotività eccessiva, nervosismo, tristezza, dolore, etc.). Basta unire indice e pollice come se dovessimo dire OK a qualcuno, con i polpastrelli che si toccano e la classica posizione che abbiamo visto in tanti filmati sulla meditazione (sì, dove c’è un santone che fa il gesto, incrocia le gambe e dice “ommmm”). Una posizione da tenersi almeno qualche minuto, e che sicuramente rilassa anche se non darà la soluzione a tutti i problemi stressanti intorno.
Una scienza antica di duemila anni che arriva dalla Cina e che sembra appartenere da millenni a tutta la cultura della meditazione orientale. Quante volte ci siamo detti contro lo stress, calma e sangue freddo? È un po’ la stessa cosa: rilassiamoci, uniamo le mani e prepariamoci a ricominciare!

Stress, sappiamo da dove viene ma ora anche dove va!

Se subiamo un forte disagio, una tensione specie sul lavoro sappiamo bene da dove provengono queste sensazioni difficili da gestire, sappiamo anche cosa mettono in circolo tra ormoni e sostanze che ci danneggiano.

Insomma, lo stress correlato al lavoro è ben chiaro quando si subisce. Difficile, invece sappiamo essere il rimedio, la valutazione, l’identificazione di un livello. Ma una ricerca scientifica di pochi giorni fa potrebbe aiutarci se non altro a capire come scientificamente si può analizzare un fenomeno troppo spesso trascurato. Hanno scoperto l’angolo delle emozioni – quello dove si custodiscono i ricordi dolorosi e che reagisce in modo molto forte a suoni, odori e colori che ci riportano ad esperienze emotivamente intense.
Ricercatori dell’Università di Torino hanno scoperto e pubblicato su Science i risultati dei loro studi sulle neuroscienze: sapere dov’è l’angolo dove si conservano per tutta la vita i ricordi potrà essere una base per la cura di tutti i disturbi legati alle fobie, alle ansie e i traumi da stress. Quindi, la sede delle esperienze potrà aprire uno scenario nuovo su trauma-stress, ricordo e superamento.

Asti, stress per gli infermieri, poco riposo e turni pesanti.

L’ospedale di Asti ha troppi pochi infermieri, questo pare chiaro dall’appello lanciato dalla categoria. Troppo carico di lavoro sulle spalle di quei pochi che ci sono, dal numero al di sotto della soglia minima per ogni reparto.
La protesta è stata accolta dal sindacato delle professioni infermieristiche, Nursing Up, che parla di abbassamento di qualità e sicurezza assistenziale. I doppi turni, eccessivamente pesanti, e gli straordinari rendono il personale chiaramente poco attento, soggetto a stress correlato al lavoro.

Il rischio è sia per la salute dei lavoratori sia per quella dei pazienti. È un settore molto delicato quello sanitario, dove lo stress provoca errori che sono gravi quando a contatto ci sono dei pazienti. Il blocco assunzioni si sta ripercuotendo negativamente qui nella struttura, come in molte altre strutture italiane dove la sanità è bersagliata dai tagli dovuti alla crisi.

Il fattore stress non va affatto sottovalutato, anzi, in questi casi dove l’attenzione è d’obbligo e le condizioni che la rendono possibile sono fondamentali da tutelare.

Arriva il Consigliere di fiducia per lo stress lavoro correlato.

A Ravenna il Consiglio comunale ha preso una decisione quantomeno particolare, quella di istituire una figura nel mondo lavorativo come quella del “Consigliere di fiducia. Il profilo di questo ipotetico consulente è quello di un professionista che con la sua presenza servirà a prevenire i rischi psicologici in ambito lavorativo all’interno dell’amministrazione comunale. Ovvero, i rischi da stress sul posto di lavoro nel Comune stesso.
Tra tutte le novità e news sullo stress lavoro correlato queste è effettivamente particolare, visto che sarà possibile per i dipendenti segnalare le situazioni critiche come difficoltà di isolamento e scarso coinvolgimento nei processi lavorativi, poco avanzamento di carriera, relazioni e dinamiche che procurano tensioni e ansie. Insomma, una prevenzione allo stress, alle malattie correlate a anche al mobbing.
Sarà operativo sia al Comune che alla Camera di Commercio e già qualcuno sostiene che non è una figura in grado di analizzare e sostenere le attività di tale portata e che,  sopratutto, è compito della sorveglianza sanitaria di accertare stati di stress vari. Discussioni a parte, sembra un nuovo tipo di consulente che fino ad oggi  – cioè fino alla percezione dello stress – non sarebbe mai stato contemplato!

Incidente Glacier Express, forse si tratta di stress.

Il 23 luglio scorso il treno panoramico che fa il giro delle Alpi subì un deragliamento, un incidente che costò la vita ad un turista di 64 anni che dal Giappone era venuto fin sui ghiacciai svizzeri. Senza contare i 40 feriti circa che hanno stazionato in ospedale per diversi giorni, di cui due sono in gravi condizioni. Motivo di tanta catastrofe, l’errore umano che ha portato ad un’eccessiva velocità il treno. Ma andando a guardare dietro a queste due semplici parole, ci sono responsabilità che riportano a delle condizioni di stress.

La società che gestisce il Glacier Express, infatti, ha deciso di incaricare degli esperti per fare una valutazione dei rischi da stress lavoro correlato, in questo caso quello di prestare una scarsa attenzione alla guida e una pressione ad aumentare la velocità.

Questo perché sembra che un mese prima fosse stato redatto un documento interno della compagnia ferroviaria Matterhorn Gottard Bahn che invitava i macchinisti a non rallentare in caso di binari deformati, per rispettare la puntualità.

Sarà stata la pressione, le condizioni stressanti di lavoro e la direttiva a non rispettare i limiti, ma in definitiva dovrà essere appurato se una situazione di tensione simile possa portare ad una tragedia del genere. Non sono poche le aziende dove in nome dell’efficienza il carico di lavoro e di stress può provocare danni ai lavoratori stessi e anche ai clienti/consumatori.

Call center, valutare lo stress (alto!) è facile.

Sembra che per combattere lo stress sul lavoro tutto il mondo è paese. Anche negli Stati Uniti i lavoratori dei call center si fanno forza con un gelato tra colleghi tra una serie di telefonate e l’altra. Giusto perché si sa che gli zuccheri allentano la fatica, ridanno vigore e due chiacchiere permettono di uscire dall’isolamento delle cuffie.

Da un’intervista è stimato che ricevano mediamente 300 telefonate al giorno, per un coinvolgimento da stress psico-fisico non indifferente. Nella maggior parte dei casi si tratta di assistenza al cliente (spesso casi di emergenza), quindi di una responsabilità spesso pagata non adeguatamente e che provoca tensione.

Se in Italia si sta meglio non si sa, sarà da scoprirlo nella prossima valutazione rischio stress lavoro correlato, che sicuramente in un settore come questo non sarà difficile effettuare. È probabile che si riscontrino dei livelli presumibilmente alti di tensione visto che, in alcuni periodi, arrivano telefonate in non-stop e il carico di lavoro a volte è eccessivo. In effetti questa è una delle attività lavorative più esposte al rischio stress secondo molte linee guida per la valutazione
Fonte: dailyrecord.com

Valutazione: se lo stress è interinale.

Il cambio di lavoro, la perdita di un lavoro, la sensazione di mobbing e di isolamento. Sono tante le problematiche affrontate dalla normativa, che riflette dopotutto lo stato del mondo del lavoro e le dinamiche che portano a situazioni di tensione e angoscia. Le ultime notizie danno in aumento il lavoro interinale (fornito dalle agenzie per il lavoro a tempo determinato) che secondo Assolavoro nei primi sei mesi del 2010 è aumentato del 7.3%

È chiaro che sarà sempre più difficile fare una valutazione dei rischi da stress lavoro correlato in situazioni dove la precarietà non permette neanche di abituarsi alle tensioni per poi piombare in nuova disoccupazione o nuova ricerca (stressante) di lavoro.

Le stime che arriveranno dalla valutazione obbligatoria, quindi, saranno mancanti di quello che è il fattore stress globale, e che se al livello di rapporti contrattuali non può essere definito, ha un’incidenza sociale molto forte a causa di malattie correlate a questo punto neanche correlabili ad un contratto fisso.

La situazione, logicamente, è più da considerare socialmente che al livello giuridico però ha un’incidenza forte anche in società strutturate, dove i dipendenti fissi vengono affiancati da un turnover di stagisti, collaboratori, professionisti usa-e-getta, a discapito di una organizzazione del lavoro che renda più sani e stabili i rapporti e i carichi di lavoro. Sia per chi resta che per chi dovrà riaffidarsi alla ricerca interinale.

Stress da lavoro, la domenica schiacciate un pisolino (turni permettendo).

Si potrebbe definire la classica scoperta dell’acqua calda, comunque è una ricerca blasonata con tanto di studio della classica università americana (della Pennsylvania). Dormire un’oretta in più la domenica aiuta a combattere lo stress lavoro correlato e smaltire tutta la tensione accumulata sul lavoro in settimana. Non è che ci volesse la ricerca a capirlo, visto che chiunque abbia goduto di almeno 10 ore di sonno filate per un paio di giorni, sa quanti benefici di recupero psico-fisico possa portare dormire in tranquillità.

Logicamente cala l’attenzione, si diventa irritabili e si sostiene peggio lo stress dormendo poco o comunque non recuperando mai. Quindi, la ricerca dice nel wend fatevi un pisolino più consistente. E se si lavora nel fine settimana? Basta un’ora in più, in qualsiasi giorno di riposo e si riaffronta la settimana alla grande.

Salute e ottimo ritmo veglia-sonno, si sa che vanno di pari passo e questa è solo una conferma delle tante sensazioni di relax provate ogni mattina di una sana dormita, senza sveglia né lavoro ad aspettarci!

Valutazione stress, il network aiuta a non archiviare tutto e subito.

Già l’Ispesl ha messo in guardia, la scadenza si avvicina e vista la situazione di scarsa attenzione al fenomeno nelle aziende, la valutazione dei rischi da stress lavoro correlato potrebbe trasformarsi in una generica attestazione che tutto va bene, non esiste rischio, fatti i test e compilato il documento la pratica è archiviata.

Certo non è facile valutare in tutte le migliaia di aziende italiane i limiti e le situazioni che possono determinare stress, tensioni, disorganizzazione e fenomeni di mobbing. Ma lo sforzo congiunto sul tema e sulla preparazione delle linee-guida sembra andare verso una nuova coscienza del problema. Una proposta di metodo venne fatta dal Network Nazionale per la prevenzione del disagio psicosociale nei luoghi di lavoro, una rete di centri che in tutta Italia è coordinata dall’Ispesl e che si pone l’obiettivo di supportare le aziende nella valutazione e stesura del DVR.

Un tentativo di creare la consapevolezza nei datori di lavoro e lavoratori, sulla mancata redditività nelle situazioni di stress, sull’incidenza della malattia e della scarsa produzione da stress.